Il giallo classico e il trionfo della giustizia

Holmes e Poirot

Vediamo alcune riflessioni sul meccanismo colpa-pena in Conan Doyle e Agata Christie. Partiamo dallo spunto offerto da una frase pronunciata da Poirot in “Murder in Mesopotamia”: “Nessuno è stato fino ad oggi assassinato perché aveva un carattere troppo perfetto.” In Agatha Christie la vittima è sempre una persona la cui personalità presenta dei caratteri negativi (curiosità, vanità, egoismo, autoritarismo…) più o meno accentuati.

Tale negatività diventa la causa scatenante del delitto, poiché l’assassino reagisce ad una situazione divenuta insostenibile. In questo senso l’assassino assume una funzione di liberatore e la sua azione sarebbe quasi legalizzabile se non contravvenisse ad un’altra massima: “Non mi interesso alle nazioni, signor Blunt, ma agli individui. Di quel bene inestimabile che a loro appartiene, la vita, nessuno ha il diritto di privarli.” (Poirot in “One, Two, Buckle my shoe”). Quindi per quanti errori la vittima abbia commesso non ne è giustificabile la soppressione. Inoltre l’assassino, se da un lato compie un’opera di giustizia, dall’altro passa anch’egli dalla parte della colpa e diviene a sua volta punibile. È a questo punto che interviene il detective a riequilibrare la situazione scoprendo il colpevole e denunciandolo. Vittima-assassino-legge: sono i tre poli dell’azione ma la vittima è spesso colpevole e l’assassino di conseguenza è prima giustiziere e poi colpevole. Quindi la sequenza è Vittima > colpa-pena (dall’assassino), Assassino > (distributore della) pena-colpa, Legge > giustiziere. Ovvero due volte consecutive colpa-pena e colpa-pena, dove l’assassino è il trait d’union tra la colpevolezza della vittima e la giustizia finale, è insomma l’elemento catalizzatore per la punizione della vittima colpevole e la cui influenza ai fini della reazione è di renderla più veloce. Vittima e assassino sono due figure ambigue. In linea generale la legge e l’ordine trionfano sul disordine e sull’anormale e concludono definitivamente il ciclo colpa-pena. Il delitto rappresenta una perturbazione momentanea dell’ordine naturale degli eventi, perturbazione che svanisce non appena la legalità è intervenuta ad eliminarne la causa in una sorta di reinterpretazione morale della legge chimica dell’equilibrio mobile di Le Chatelier. Il delitto è anormalità, è una contravvenzione alla regola e la vittima e il colpevole sono spesso anch’essi elementi anomali e la loro eliminazione rappresenta la condizione per il ritorno alla normalità. Il giallo sorge nell’età industriale come una sorta di fiaba moderna in cui vengono razionalizzate le paure ancestrali (drago = assassino; eroe = investigatore che smaschera e sconfigge il male nella sua personificazione). Il concetto vittima-colpevole suggerisce ovvii riferimenti alla concezione religiosa protestante, in particolare all’idea di grazia, predestinazione, al fatto che dopo tutto la buona o la cattiva sorte dipendono dalla occhiata più o meno benevola di Dio. Quindi la vittima viene uccisa perché di fondo se lo meritava e così egualmente viene punito l’assassino. Obbedienza a Dio è adattamento alla propria sorte. Anche in Holmes è riscontrabile nel colpevole la funzione di giustiziere e la vittima è punita per i torti commessi. Ciò è maggiormente evidente nei quattro romanzi, ma è rintracciabile anche nei racconti brevi. La morale di Doyle risulta questa: la vittima generalmente si merita la sua fine, è raro che sia una persona retta ad essere uccisa, se succede è l’eccezione che conferma la regola. Il colpevole è quindi punibile ma giustificabile. Inoltre se è innocente e accusato a torto, Holmes gli restituisce la libertà e l’onore perché la giustizia trionfa sempre anche se il vero colpevole non sempre finisce in galera. In Doyle il metodo costituisce il centro di interesse, l’abilità speculativa di Holmes è il perno attorno a cui si muove la narrazione. Forte è tanto l’influsso di Poe quanto quello della gothic novel anche se l’interesse per il fantastico è riconducibile alla fine al reale e razionale. Non c’è una vera e propria suspense ma la presentazione di un evento misterioso che nel corso della narrazione rivelerà le sue qualità ben tangibili e reali. Lo schema base è sempre quello: delitto-indagine-soluzione. Holmes raramente si trova coinvolto di persona, per lo più viene interpellato come consulente dalla polizia o da qualcuno in difficoltà. Le indagini consistono nel rilevamento degli indizi principali e nella possibilità di dare loro una concatenazione logica. La soluzione del caso occupa una parte rilevante nella narrazione perché Holmes si dilunga a raccontare il procedimento logico, le motivazioni del crimine e le modalità. Doyle analizza la scena del delitto e poi risolve a tavolino, Poirot parla con le persone coinvolte e poi risolve a tavolino. In Doyle c’è l’interesse per il metodo scientifico testimoniato dalla lunghezza della spiegazione, nella Christie c’è un interesse per il lato umano, sia pur stilizzato, rappresentato dagli interrogatori.

 

Joomla SEO powered by JoomSEF

Questo sito utilizza i cookie per la gestione delle funzioni disponibili, per le statistiche e per la pubblicità. Premendo il tasto AGREE si accettano tutti i tipi di cookie. Potete comunque cancellare i cookie dal vostro browser o utilizzare una estensione che li blocchi. This site uses cookies to manage the features available, for statistics and advertising. Pressing the button AGREE accept all types of cookies. However, you can delete cookies from your browser or use an extension that blocks them. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information