Paradigmi cinematografici

Non solo Manhunter

CSI è fortemente debitrice anche al cinema per il tratteggio psicologico di alcuni suoi personaggi e per il tipo di riprese, insolite e qualitativamente ben definite tipiche del grande schermo.

 

All’inizio c’era Manhunter…

Se come modello per Dana Scully gli autori hanno pensato a Jodie Foster di “The silence of the lambs”, il personaggio di Grissom è modellato, dal punto di vista cinematografico, su quello di Graham, l’introverso profiler FBI di “Manhunter”, interpretato dallo stesso Petersen negli anni ’80.

Il film è di fatto il prequel de “The Silence of the Lambs” ed è stato riproposto, in una nuova versione, con altri interpreti e con il titolo originale del libro di Harris, “Red Dragon”, nel 2002. “Manhunter” non ha avuto particolare successo all’uscita nel 1986, forse anche per una scarsa pubblicità da parte del produttore in lite con i distributori. Nel corso degli anni ha però assunto lo status di film cult per la qualità della regia (Michael Mann), della fotografia (Dante Spinotti) e degli interpreti (William Petersen, Brian Cox, Tom Noonan, Danny Farina). La regia meticolosa di Mann si rivela nell’attenzione per i dettagli, nella ricerca della simmetria perfetta nelle inquadrature, basti pensare alla scena iniziale sulla spiaggia o al colloquio nella prigione tra Graham e Lector. L’uso sapiente dei colori di Spinotti si rivela invece attraverso il blu delle scene romantiche, il rosso di quelle violente, il bianco asettico della prigione di massima sicurezza che richiama quello dell’ospedale psichiatrico in cui è stato ricoverato Graham. Quanto agli attori Cox è un Lector (attenzione, non Lecter) che non ha nulla da invidiare a Hopkins mantenendosi meno caricaturale e più credibile nella sua lucida follia; Petersen è un Graham che vive con autentica sofferenza la sua capacità di entrare nella mente dell’assassino.

Il film pone in risalto l’ambiguo rapporto che intercorre tra Graham e Lector e ne mette a fuoco i loro rispettivi doppi: l’agente Jack Crawford e il serial killer Francis Dollarhyde. Allo stesso tempo Graham e Dollarhyde sono uno lo specchio dell’altro. Graham ha una mentalità para criminale che gli premette di capire il comportamento del killer e Dollarhyde ha momenti di umanità scatenati dal sentimento per Reba. Entrambi rappresentano il bene indissolubilmente intrecciato con il male.

Due curiosità. Noonan per mantenere la suspense anche nel cast, non ha voluto alloggiare assieme agli altri attori né incontrarli al di fuori delle riprese tanto che l’incontro con Petersen è avvenuto solo nell’ultima scena. Petersen invece è rimasto talmente preso dal proprio personaggio che per uscirne e prepararsi ad una nuova interpretazione teatrale ha dovuto tingersi i capelli di biondo perché ogni volta che si guardava allo specchio rivedeva Graham. Indimenticabile infine “In-A-Gadda-Da-Vida” degli Iron Butterfly sparata a tutto volume nella scena decisiva dello scontro tra il detective e l’assassino.

Gli influssi di “Manhunter” sono riscontrabili nella costruzione del personaggio di Grissom, introverso, dedito al lavoro come Graham anche se non coinvolto psicologicamente allo stesso modo. Ma persino strutturalmente interi episodi sono apparentabili al film, basti pensare a “The strip strangler” o “Blood drops” della prima serie o a “Butterflied” della quarta o agli episodi connessi al serial killer Millander. Ma ancora di più lo è l’episodio “Abracadaver” dove il ruolo dell’assassino è interpretato dallo stesso Noonan e le citazioni si moltiplicano (le farfalle, la metamorfosi incompiuta, il volto mascherato…).

Inoltre nel libro di Harris, “Red Dragon” da cui è tratto il film, il protagonista Will Graham è l’autore di “una monografia sul modo di determinare l’ora della morte basandosi sull’attività degli insetti”, specialità di Grissom.

 

Echi lontani…

Un altro archetipo cinematografico può essere considerato “Gorky Park” del 1983. Se pensiamo alla scena in cui lo scienziato utilizza amorevolmente i vermi per scarnificare i crani e poter procedere alla ricostruzione facciale non possiamo non vederci un misto di Grissom con la sua passione per gli insetti e di Teri Miller l’antropologa esperta di ricostruzione dei crani.

Nel gioco delle citazioni si può anche inserire l’episodio “Eleven angry jurors” della quarta serie il cui titolo riecheggia “Twelve angry men” un celebre film degli anni ’50 di Sidney Lumet con Henry Fonda che ha visto un remake negli anni ’90 del regista William Friedkin dove la parte di Fonda è interpretata da Jack Lemmon e, guarda caso, tra i protagonisti c’è anche Petersen. William Friedkin ricordiamo è anche il regista del 200 episodio di CSI Las Vegas. E l’aria de “I Pagliacci” che Grissom ascolta verso il termine dell’episodio della terza serie “Revenge is best served cold”, incentrato sulla vendetta, è la stessa che si trova nella scena di omicidio che prelude alla risoluzione del dramma in “Gunshy”, film sempre con Petersen tra i protagonisti e nel quale inganni e vendette si intrecciano in una complicata vicenda di gangsters. Altra citazione di film famosi si trova in “Who are you” quando Grissom e l’antropologa ricostruiscono con l’argilla lo scheletro misterioso come nella scena della ceramica in “Ghost”.

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