Agenda Italia

La politica dei feticci metaforati

E così anche Renzi si è immolato sull’altare della Patria. Ha deciso di sacrificarsi e di accettare con umiltà il pesante fardello di Presidente del Consiglio, ultima delle sue modeste aspirazioni. Non intrighi di palazzo, non alleanze e sotterfugi da prima repubblica, si badi bene, ma solo altissimo senso di responsabilità. E i suoi fedelissimi lo accompagneranno preoccupati ed estasiati allo stesso tempo.

Preoccupati per la perigliosa sfida che dovranno affrontare, ma nell’estasi di vedere il loro modello di virtù politiche ed umane risplendere nella luce del sacrificio. Ahimè, pensavo che ormai il partito-persona fosse solo un ricordo per la sinistra. Per tanti anni criticati, per la mancanza o la scarsità di critiche al leader maximo di turno o per l’asservimento all’Urss, sono ricaduti nel peccato originale: approvazione incondizionata a ciò che il capo asserisce. Guardando annoiata i talkshow con le chiacchiere dei politici faccio ormai fatica a distinguere tra gli adepti di Berlusconi e quelli di Renzi. Entrambi, per lo più giovani ragazze di bell’aspetto, hanno sempre in bocca le parole del sommo dirigente. Ne sono dei meri portavoce, privi di qualsiasi barlume di ragionamento e iniziativa personale. Usando un termine di Agamben sono dei feticci metaforati, sono cioè la presenza di un assenza. Il loro capo non c’è ma è virtualmente presente in tutte le loro esternazioni. Questa non è politica, è follia. Questo è il risultato di vent’anni di lavaggio di cervello da parte dei media e dei politici. Questo è il risultato di una politica che vive sull’incapacità critica dell’uomo medio. E in tutto questo non mi meraviglia che le spese per la scuola pubblica si stiano assottigliando sempre di più. L’emergenza pulizia delle scuole, poco considerata da politici, giornali e tv, è solo la punta di un iceberg. A questo proposito vorrei citare l’acuta osservazione di uno dei miei autori preferiti:

“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi. Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.”
Italo Calvino

E se non sbaglio la questione scuola in generale non è nell’agenda delle priorità di Renzi…

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