La cena delle beffe

Ciak! Si gira il dopo elezioni

Vysotskij nella canzone "La ginnastica mattutina" terminava dicendo:"in questa corsa non c'è un primo e non perde mai nessuno." Proprio come nelle elezioni di casa nostra.

La sindrome italiana post elettorale

Sembra impossibile ma in Italia dopo le elezioni, politiche o amministrative non importa, tutti hanno vinto. A sentire i portavoce di partiti e non partiti i risultati sono stati tutti soddisfacenti. Il PD avanza, Il PDL prosegue, la Lega tiene, i Cinque Stelle brillano, Sel e UDC sono felici… Chi è passato al primo turno esulta, chi è entrato al ballottaggio è felice, chi ha eletto anche solo un consigliere esclama evviva. Nessuno è sconfitto, nessuno ha sbagliato approccio con l’elettorato, i leader sono tutti perfetti e restano leader a vita autonominatisi o votati all’unanimità di sovietica memoria con acclamazione e coro incluso. Mah… E infine il commento sarcastico di Grillo sulle preferenze politiche degli italiani mi ricorda una celebre battuta di Amedeo Nazzari nel film "La cena delle beffe": “E chi non beve con me, peste lo colga!”. Fine delle riprese, si spengono le luci, il set si vuota, gli attori si tolgono il trucco, tutti a casa.

Astensione vuol dir delusione

La percentuale altissima di astenuti è quello che deve far riflettere tutti seriamente. Alle politiche Grillo aveva rastrellato la rabbia e l’insoddisfazione di molti elettori, tanto di destra che di sinistra. Elettori che alle amministrative si sono defilati. Perché? Evidentemente non hanno trovato nel comportamento di questi mesi dei Pentastellati nulla che facesse presagire un’inversione di rotta nella politica italiana. Chi ha predicato per mesi l’eguaglianza di tutti i tutti politici è finito nel mazzo, come ennesimo fiorellino. Non basta urlare e protestare, bisogna anche fare. Il pensiero, e ancor più la parola, senza un’azione conseguente sono nulla, aria fritta che indispone gli animi ancora di più. Se chi si fa portavoce del cambiamento non sa poi portarlo avanti suscita per forza delusione e amarezza. Se poi la trasparenza tanto citata non trova attuazione perché i rendiconti sono mal visti o perché il blog è un affare privato è chiaro che gli elettori qualche domanda se la pongono e qualche dubbio su chi votare ce l’hanno. Grillo non realizza che un conto è saper coinvolgere la gente e incanalare la protesta e un altro è governare il paese. Restare perennemente all’opposizione è comodo perché non ci assume mai la responsabilità di nulla ma non si conclude neppure mai nulla e prima o poi gli elettori si stufano dell’ennesima presa per i fondelli.

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