Venghino, venghino Siore e Siori!

L'altra Venezia

Ed eccoci qua di nuovo alla festa del Redentore, festa si fa per dire… Per la zona di S. Elena e i Giardini la definizione più corretta è una via di mezzo tra bordello e latrina a cielo aperto. Eh sì, perché è davvero bello pubblicizzare il grande evento e far accorrere migliaia di spettatori nella pineta ma bisognerebbe anche attrezzare i necessari servizi igienici. Altrimenti succede quel che è successo anche ieri notte, che ogni cespuglietto era utile alla bisogna, o meglio, ai bisogni. Insomma uno spettacolo nello spettacolo.

Tanta confusione

Che dire poi degli avvinazzati, degli svestiti, degli invasati presi dal ritmo dance delle mille discoteche/balere improvvisate? E la piattaforma dancing apparsa di fronte ai Giardini come ha avuto il permesso?

Il dancing galleggiante

Altro che la decadenza sublime di “Morte a Venezia” di Thomas Mann! Qui siamo alle orge da fine Impero Romano! Una festa bella e sentita dai Veneziani è diventata solo occasione di sballo.

La pineta di S. Elena invasa dai turisti

Preciso che, anche ai tempi antidiluviani della mia giovinezza, la festa era occasione per molti di esagerare nelle bevute e di rimorchiare, ed anche allora i turisti c’erano. Adesso però siamo di fronte non più ad una presenza ma ad una invasione di barbari che sciamano come cavallette lasciando dietro a sé cumuli di immondizie.

Ressa e balli ai Giardini

Bisogna ammettere che già alle 9 del mattino era stata fatta pulizia, ovviamente a spese non dei bivaccanti, che si sono portati pure i panini da casa, ma a spese della nostra amata Tasi.

I risultati della festa

Defraudati della festa, inzozzati, costretti a pagare in denaro sonante lo scempio e ad assistere a scene di pessimo gusto, questi sono i Veneziani del 2000. Le proiezioni demografiche prevedono che entro il 2030 Venezia non avrà praticamente più residenti autoctoni. E ci credo, chi vorrebbe ancora vivere in una città così? Case malandate e costose da mantenere, tasse elevate per il solo fatto di vivere in centro storico senza badare alla fatiscenza degli immobili, costo della vita tra i più alti d’Italia, trasporti inefficienti, amministrazioni disastrose, mancanza di prospettive lavorative per i giovani, difficoltà di spostamento a causa di mandrie di turisti, carenza di servizi sanitari… Solo la forza della disperazione o la mancanza di energia per traslocare tiene legati ad una città moribonda i pochi rimasti. Smettiamola con le cartoline e con la trasformazione di qualsiasi occasione in grande evento! Guardiamo in faccia la realtà: Venezia è una città che non può reggere flussi turistici di questa portata e di questa qualità. O si cambia la politica di accesso e la programmazione degli eventi oppure entro poco avverrà il collasso.

A proposito, belli i fuochi, vero?

I fuochi in Bacino a San Marco

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