Cenni storici su Rostov-Velikij

Breve storia di Rostov-Velikij

Rostov si trova sulle rive del lago Nero a 197 km a nord-est di Mosca ed è una delle più antica città russe poiché la sua esistenza è già documentata dalle “Cronache dei tempi passati” nell’anno 862. Fu governata da Jaroslavl il saggio e dal fratello Boris che vi introdussero il cristianesimo, non senza una forte opposizione degli abitanti che nel 1071 uccisero il vescovo. Fu chiamata Rostov-velikij (la grande) da Jurij Dolgorukij nel XII secolo per conferirle maggiore importanza.

Essa faceva parte del principato di Rostov-Suzdal. All’inizio del XIII secolo la regione di Rostov si separò da quella di Suzdal e iniziò il suo declino frammentandosi nel 1212 in tre principati: Rostov, Jaroslavl e Uglic. Le invasioni tatare del 1238 diedero un grave colpo alla città e alle sue ricchezze. Cacciati i Tatari il potere si spostò al principato di Mosca. Rostov mantenne però la sua importanza fino al XVII secolo e fu arricchita di costruzioni religiose dalla ricca diocesi. Nel 1600 il metropolita Iona Sjsoevich ne requisì i beni ecclesistici per l’allestimento di un suo palazzo fortificato  privato sulle rive del lago Nero. Fu nel XVIII secolo che si compì il declino della città con lo spostamento della sede del metropolita a Jaroslavl e con la statalizzazione delle terre della chiesa. Oggi Rostov è un importante centro tessile e restano ancora costruzioni antiche come il cremlino e il monastero di S. Jakov.

Il cremlino di Rostov

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