La strana coppia della politica italiana: Grillo e Di Pietro

Nuove alleanze e vecchie strategie

La situazione politica italiana è sempre più confusa. Da un lato i partiti tradizionali in affanno non sanno più come e dove ripescare gli elettori delusi e schifati da anni di intrallazzi. Dall’altra c’è Grillo il cavallo vincente pronosticato per le prossime elezioni regionali e nazionali. Strano che dopo le figuracce fatte da Pietro e i suoi luogotenenti a “Report” Grillo lo ripeschi e lo proponga addirittura per il Quirinale…

E soprattutto dopo gli scandali che hanno coinvolto personaggi non di secondo piano del partito. Cosa lega questa strana coppia della politica italiana? Un pensiero sorge spontaneo, come diceva un noto presentatore. E questo pensiero ha un nome e cognome: Roberto Casaleggio. Casaleggio per anni è stato lo strapagato curatore dell’immagine e della propaganda Web dell’IDV  mentre dietro le quinte intanto si preparava l’avvento mediatico di Grillo. Quando l’IDV ha dimostrato di non poter diventare un partito di massa ma di rimanere un partitino destinato ad alleanze forzate con i più grandi, l’attenzione si è concentrata su Grillo e il suo non partito. Casaleggio ha ufficialmente lasciato il suo ruolo di propagandista Web per Di Pietro e si è occupato del solo Grillo. In realtà i due leader per molti versi si assomigliano. Entrambi hanno l’ambizione e la presunzione di decidere da soli cosa è bene e cosa è male, chi sbaglia e chi è nel giusto. Entrambi usano metodi e discorsi di stampo populista. Entrambi non hanno un vero programma politico-economico ma solo proclami contro qualcosa o qualcuno. Di Pietro prima e Grillo adesso assorbono come spugne il malcontento causato da decenni di politica demenziale. I partiti in Italia hanno miseramente fallito il loro compito, non c’è dubbio. E non c’è dubbio che non sanno rinnovarsi. Invece di azzerare i loro vertici fallimentari sanno solo pensare alle possibili alleanze prima e dopo il voto e a come restare a galla. Per non parlare dei rottamatori che si propongono come uomini nuovi pur facendo parte da decenni della nomenclatura. Si tratta semplicemente di un cambio generazionale: fuori  i sessantenni e dentro i quarantenni. Il punto cruciale è che entrambi fanno parte del sistema e non vedo piccoli Gorbaciov all’orizzonte in grado di scardinare il sistema dall’interno. Semmai vedo piccoli burocrati di partito in carriera. Di fronte a questo finto cambiamento mi preoccupa il consolidarsi della strana coppia Grillo-Di Pietro. Il primo come acchiappa voti in grado di riempire il Parlamento. Il secondo come nume tutelare dall’alto del Colle… Quando l’Italia finalmente si libererà dei salvatori della Patria? Quando imparerà a camminare sulle fragili gambe di una vera democrazia? Ben vengano i movimenti e il liquid feedback ma siano veramente specchio  e prodotto del popolo e non di nuovi padri padroni della politica.

 

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