Alla ricerca del consenso perduto
La sinistra della destra
Trovo grottesco il battibecco di questi giorni tra sindacato e governo a colpi di battute più o meno infelici e rapide quanto inutili ritrattazioni. I renziani evocano il consenso degli italiani, visto che hanno la fiducia dei parlamentari e il voto positivo delle europee.
Nessuno però ha spiegato loro che le elezioni europee non coincidono con le nazionali. Avere successo nelle une non significa averlo nelle altre. L’unico modo per essere sicuri di avere il consenso del popolo è tornare alle urne. Altrimenti loro sono semplicemente un governo caldeggiato dal Presidente della Repubblica e che ha il sostegno di parlamentari eletti con tutt’altra intenzione dal suddetto popolo. Il sindacato da parte sua evoca il consenso della piazza e dei lavoratori anche se in questi anni ha commesso non pochi errori tra i quali abbandonare al loro destino tutti i precari e svendere giorno dopo giorno i diritti dei lavoratori firmando contratti capestro. Nel bel mezzo dei due contendenti l’ala sinistra del PD. Ignorati e sbeffeggiati nel partito raccolgono applausi consolatori alle manifestazioni dei senza lavoro. Forse però sarebbe ora che anche loro decidessero cosa vogliono fare da grandi. Se restano nel partito tanto vale che si adeguino alle linee ferree ed indiscutibili del loro leader maximo. Contestarlo e restare a farsi insultare mi sembra poco dignitoso e poco utile sia al partito che ai lavoratori che potrebbero giustamente sentirsi presi in giro da chi offre loro una spalla su cui piangere ma poi vota la fiducia a qualsiasi emendamento. Non è più ora di prendersi/ci in giro. Se l’ala sinistra del PD vuole davvero farsi portavoce del malessere degli italiani abbia il coraggio di strappare con un partito che ormai non ha più nulla a che fare con la sinistra. Altrimenti abbiano almeno il buon gusto di tacere.
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