Quel che il governo non dice
Le tasse, queste sconosciute
L’aumento dell’IVA è arrivato. L’IMU non è tornata così come pensata all’inizio ma si è ripresentata in uno dei suoi più riusciti travestimenti (come diceva Nick Carter), sotto forma di Tari e Tasi o Trise o qualche altro acronimo che però racchiude in sé la necessità per governo locale e nazionale di raccattare soldi per tentare di differire la bancarotta.
Quello che il governo non dice e non dirà mai è che la pressione fiscale non può diminuire ed eliminata una tassa se ne fa un’altra più gravosa. In compenso esultano sul rilancio dei consumi che avverrà grazie al taglio del cuneo fiscale che nel 2014 porterà un aumento medio in busta paga di 200 euro l’anno. Ovvero una quindicina di euro al mese. Capperi! Con 15 euro al mese si potranno comprare più auto, fare vacanze più lunghe, comprare case lussuose e chissà quant’altro! Non capisco sinceramente se quando fanno questi annunci lo fanno con un malcelato senso dello humor nero o se pensano davvero di convincere l’italiano medio. Se così fosse hanno una pessima concezione del quoziente intellettivo italico. Per fortuna esistono trasmissioni come “Report” che anche l’altra sera (14/10/2013) ha messo in luce sperperi, disservizi, mala politica e mala imprenditoria. La situazione è di giorno in giorno più tragica e la parte sana del paese è sempre più stanca di tirare il carrozzone di saltimbanchi e nani guidato da politici incompetenti, e a volte farneticanti, e da imprenditori collusi con la politica perché per decenni ne hanno tratto benefici ottenendo ricchezza per se stessi senza crearla per il paese. Non vedo spiragli di rinsavimento né al governo né all’opposizione e poi alla fine si sa come andrà a finire, come diceva Ettore Petrolini: “Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti.”
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