L’isola di Sant’Elena a Venezia
Sant’Elena un'oasi verde a Venezia
L’isola di Sant’Elena, collegata a Venezia da due ponti, è uno dei quartieri più nuovi della città. Vicina al Lido, alla Certosa e a Sant’Erasmo è un polmone verde per la città.
Gran parte dei suoi edifici risalgono al Ventennio. Quello che la caratterizza è un’ampia pineta, meta per tranquille passeggiate all’ombra dei pini marittimi. La chiesa di Sant’Elena risale al XI secolo.
Già nel 1028 era presente una cappella, custodita dagli Agostiniani, dedicata alla Santa. La costruzione della chiesa vera e propria è legata alla traslazione del corpo di Sant’Elena da Costantinopoli a Venezia nel 1211. La nave che conteneva le spoglie si arenò proprio nei pressi dell’isoletta. La nave poté disincagliarsi solo quando l’urna venne lasciata nell’isola. La chiesa fu costruita dagli Olivetani nel 1439 e subì nei secoli ricostruzioni e rimaneggiamenti. Sconsacrata nel 1810 durante l’invasione napoleonica fu riaperta al culto nel 1930 e affidata ai Servi di Maria.
Nella facciata è da segnalare il portale con il monumento a Vittorio Cappello realizzato dallo scultore Antonio Rizzo nel ‘400.
L’interno è ad una navata e nella cappella di Sant’Elena è conservato il corpo della santa. Merita una visita il semplice e tranquillo chiostro quattrocentesco.
L’11 settembre 1970 una violenta tromba d’aria causò seri danni alle abitazioni, alla chiesa e al parco. In quell’occasione un motoscafo dell’allora Acnil, oggi ACTV, affondò e persero la vita 21 persone.
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