Castellani e Nicolotti
La guerra tra Castellani e Nicolotti
La popolazione veneziana anticamente si divideva in due fazioni che abitavano le due parti opposte della città, quella dei Nicolotti e quella dei Castellani. Famosi i loro scontri sui ponti, in particolare il Ponte dei Pugni nei pressi di San Barnaba.
La fazione dei Nicolotti aveva un suo governo ombra, il Doge dei Nicolotti, il capo dei pescatori della zona, eletto dall’assemblea degli abitanti del quartiere. Il giorno dopo l’elezione, elegantemente vestito, veniva accolto in pompa magna dal Doge al Palazzo Ducale. La nomina di un Tribuno a capo dei Nicolotti risale al periodo pre dogale, nel IX secolo, quando entrambe le fazioni avevano un loro capo. Quando la chiesa di San Pietro di Castello, nell’isola di Olivolo, divenne sede episcopale cessò la tradizione della nomina del Tribuno dei Castellani mentre si mantenne quella dei Nicolotti con la nomina di un Gastaldo prima e poi di un Doge.
Le origini della rivalità non sono note, pare dipendessero dall’assassinio di un vescovo di Castello. Le battaglie avvenivano sopra i ponti, a quel tempo privi di parapetto, e lo scopo era di gettare l’avversario in acqua. Ai quattro angoli del ponte vi erano le impronte dei piedi che segnalavano la posizione di avvio dei contendenti.
Un poemetto veneziano racconta come si svolgevano gli incontri nel 1500.
Con il passare degli anni le risse divennero sempre più cruente e si passò dai semplici pugni ai coltelli tanto che la Serenissima nel 1705 finì con il vietarli e permettere solo scontri al gioco della Moresca, una specie di scherma con le sbarre di ferro.
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