Veneziani brontoloni…
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Sulla Nuova Venezia dell’altro giorno ho letto uno sfogo del giornalista Roberto Bianchin nei confronti dei Veneziani perennemente insoddisfatti e brontoloni. Protestano e contestano tutto: non va bene il Carnevale, non vanno bene le danze nei vaporetti, non va bene la musica a tutto volume fino a tarda sera nei campi, non va bene l’America’s Cup…
Eppure anche lui nel 2006 aveva scritto un bell’articolo sul rischio che Venezia si stesse trasformando in una Disneyland.
Dovrebbe quindi aver chiaro qual è il problema dei residenti, perché protestano. Non si riconoscono in una città che sta diventando una Ghost Town per turisti, sostanzialmente priva di strutture sanitarie decenti raggiungibili in tempi decenti, paralizzata da masse di visitatori e manifestazioni di grandeur come l’America’s Cup o il Carnevale che portano frutto momentaneo ad albergatori e ristoratori ma non creano ricchezza o lavoro per la città. Forse che dopo la regata le sorti di Venezia sono più chiare? No, spenti i riflettori tutto passa in secondo piano.
I Veneziani sono insoddisfatti? Certo che sì! Gli anziani che hanno bisogno di cure o semplicemente di visite ed esami faticano a raggiungere normalmente i centri ospedalieri con i servizi pubblici e sono costretti ad usare quelli privati (non proprio economici), figuriamoci quando ci sono manifestazioni che paralizzano mezza città. Quartieri come Sant’Elena non hanno un supermercato (non si sa perché strano e misterioso motivo). I prezzi di alimentari, affitti, acquisto e manutenzione case sono esorbitanti. Lavoro per i giovani che non intendono occuparsi di ristorazione e vendita souvenir non c’è.
Venezia potrebbe essere una fabbrica di cultura ha immensi spazi inutilizzati per tutto o gran parte dell’anno, dallo scandaloso Ex-Ospedale al mare, all’Arsenale, alla Biennale dei Giardini tanto per citare solo qualche esempio eclatante.
Certo esiste il Vega, polo tecnologico. Ma è a Marghera, non a Venezia. Venezia non può vivere di solo turismo e relativo indotto. Se vogliamo che i giovani restino in questa città è qui che dobbiamo creare posti di lavoro, organizzare centri di ricerca, di studio, una cittadella del cinema. Pensare ad iniziative che creino attenzione e producano risorse e servizi.
Danzare nei vaporini sarà molto pittoresco e suggestivo ma non risolve i problemi di questa città. In compenso aumentano i biglietti e gli abbonamenti del trasporto pubblico mentre vengono spesi soldi a palate per cambiare la cartellonistica dei mezzi denominando le linee 5.1 e 4.1 anziché 51 e 41… soldi davvero ben spesi per una innovazione di cui sentivamo tutti la necessità impellente!
E non credo neppure che avere la musica a tutto volume nel campo sia segno di vitalità. Perché i giovani decidano di restare a Venezia devono innanzitutto avere una possibilità di lavoro, devono trovare iniziative culturali che li attirino, cinema, teatri.
Venezia è terreno ricco di storia e di cultura assolutamente non valorizzato. Penso al piccolo comune di Combai dove c’è stata le premiazione di un concorso scolastico che ha attirato decine di scuole che sono andate a conoscere il territorio e le specialità locali: marroni e vino Verdiso. Hanno solo quello ma ci credono e il loro lavoro dà risultato. Venezia avrebbe possibilità immense per creare opportunità di ogni tipo nel campo della cultura e della ricerca ma si pensa solo ai frutti di un effimero presente basato sull’acchiappa turisti.
I Veneziani sono insoddisfatti è vero e se i mali di questa città non verranno risolti la lasceranno definitivamente in mano ai viaggiatori di passaggio. E al loro posto, come a Disneyland, arriveranno le comparse, rigorosamente in abito settecentesco, con tanto di neo sopra le labbra, che faranno gli inchini di benvenuto ai nuovi arrivati e non protesteranno per alcunché, salvo non sia previsto dal copione…
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